La Leishmaniosi
La Leishmaniosi è una malattia parassitaria, causata da un protozoo, appartenente al complesso Leishmania Infantum, nel Bacino del Mediterraneo. Essa è diffusa in diverse forme in tutto il mondo, e anche in Italia come Leishmania Infantum appunto, ed è trasmessa per via vettoriale, cioè attraverso la puntura di un insetto ematofago simile alla zanzara, il flebotomo, detto anche pappatacio (Phlebotomus perniciosus trasmette il 44,6 % dell’infezione in Italia).
La malattia può colpire l’uomo, il cane, il gatto, i roditori, il cavallo, la volpe, ma solo il cane è considerato il “serbatoio” della Leishmaniosi; per serbatoio si intende che solo se il flebotomo punge un cane infetto di Leishmaniosi può diffondere la malattia. Questo fa della Leishmaniosi presente nel Bacino del Mediterraneo una Zoonosi, cioè una malattia trasmissibile dall’animale all’uomo; in altre zone del mondo invece esiste anche la possibilità di trasmissione tra uomo e uomo.
La Leishmaniosi non si sviluppa in tutti i cani che vengono punti dai flebotomi, ma nei soggetti in cui si sviluppa, i sintomi sono spesso gravi e diffusi a tutto l’organismo. La terapia è difficoltosa e raramente risolve in modo definitivo i sintomi clinici. Nei soggetti ammalati che non rispondono alla terapia viene consigliata l’eutanasia, sia per alleviarne le sofferenze, sia per limitare il rischio che i flebotomi, compiendo il pasto di sangue su di loro, diffondano ulteriormente la malattia nella zona.
Nell’uomo la malattia si sviluppa tendenzialmente nei soggetti ammalati di AIDS, in generale in coloro che presentano patologie del sistema immunitario; ciò pone l’accento sull’importanza della prevenzione della diffusione della malattia, non solo per l’attenzione dovuta alla salute dei nostri animali domestici, ma anche come forma di tutela della salute pubblica in generale.
I flebotomi si sviluppano nel periodo che va da giugno a settembre, pungono generalmente al tramonto e di notte con un picco di attività a mezzanotte e all’alba; i cani che dormono all’aperto sono perciò più esposti alla puntura del flebotomo e quindi all’infezione. Anche una semplice zanzariera posta sul ricovero notturno può fare quindi la differenza quanto all’esposizione al contagio. Metodo più efficace è comunque l’uso di prodotti repellenti, come spray, collari o prodotti spot-on che impediscano ai flebotomi di nutrirsi sul cane stesso, trasmettendo la malattia. Per citarne alcuni, prodotti a base di imidaclopride-permetrina spot-on (Advantix® spot-on) forniscono una protezione efficace se applicati ogni quattro settimane (non devono essere applicati in corrispondenza del lavaggio del cane, ma almeno a due giorni di distanza, o perdono di efficacia), mentre collari a base di deltametrina (Scalibor®) proteggono per un periodo di cinque mesi indipendentemente dal contatto con l’acqua.
L’informazione riguardo alla Leishmaniosi è ancora piuttosto scarsa, soprattutto nel Nord Italia, ed è quindi fondamentale che i proprietari di cani, tanto quanto i veterinari ne siano al corrente e adottino queste semplici misure per limitare la diffusione ulteriore di questa grave e difficilmente curabile patologia.
Dr. Paola Salata